venerdì 6 novembre 2015

IL MITO DI CANOSSA

La disputa tra Enrico IV e Gregorio VII cominciò presto. Già nel 1075, in una lettera alla madre di Matilde, il papa lamentò l'incostanza e la mutevolezza del re. La giovane contessa era effettivamente coinvolta nella politica papale, ma anche in quella che riguardava l'impero. Alla scomunica di Enrico IV da parte del papa Gregorio, ebbe luogo quella che la storia ricorda come la Umiliazione di Canossa. La maggior parte dei principi dell'impero si schierarono contro l'imperatore, il quale intenzionato a riconciliarsi con il papa, non rinunciò ad affrontare il tragitto verso l'Italia nel mezzo di un freddissimo inverno. Le capacità diplomatiche di Matilde avevano già dato i frutti sperati, riuscendo a combinare l'incontro tra i due più potenti uomini del mondo medievale europeo. Enrico IV venne ricevuto dal Papa proprio nel Castello di Canossa (nell'attuale provincia di Reggio Emilia), ma solo dopo aver rischiato di morire congelato (si dice infatti che egli rimase per tre giorni a piedi nudi a supplicare sotto la neve).
La storia racconta di come in realtà l'imperatore fosse in mala fede, tanto che egli negli anni successivi non fu poi tanto docile nei confronti del papato e della stessa cugina, che continuò la sua alleanza con Gregorio VII. Si noti che Gregorio VII revocò la scomunica di Enrico IV ma non la dichiarazione fatta di decadenza dal trono imperiale. La battaglia tra impero e papato continuò apertamente, tanto che nel 1080 a Bressanone, l'imperatore convocò un concilio ecclesiastico deponendo il sommo pontefice e bandendo Matilde dall'impero. Il papa fu costretto all'esilio ma Matilde ancora una volta non si diede per vinta e si attivò in una serie di battaglie, tra cui le famose Battaglia di Sorbora (Modena) nel 1084 e quelle che la videro protagonista nelle terre a lei vassalle, quelle dell'Appennino reggiano.
Nel 1089, su insistenza del nuovo papa Urbano II, successore legittimo di Gregorio VII, in una mossa per contrastare il potere imperiale, Matilde sposò in un matrimonio puramente politico, un nobile della Baviera, Guelfo V, allora diciassettenne. Ma stando allo sposo, il matrimonio non venne mai consumato. Poco tempo dopo, ella fece una donazione alla Sede Apostolica del suo intero patrimonio allodiale, pur riservandosi la facoltà di disporne durante la sua vita e quella del giovane imperatore Enrico V, suo erede designato. Tale donazione svolse un ruolo centrale nei conflitti tra impero e papato per diversi secoli a venire. Nel 1093 il figlio secondogenito dell'Imperatore, Corrado di Lorena, sostenuto dal papa, da Matilde e da una lega di città lombarde, veniva incoronato Re d'Italia e alla morte del padre imperatore, nel 1106, divenne Enrico V del Sacro Romano Impero. Matilda per volere del nuovo imperatore diventò Regina d'Italia.
Nel tempo, Enrico V riprese a combattere le battaglie del padre contro la chiesa; ma il papato non ebbe più in Matilde la consueta alleanza. La grande contessa, colei che tutti venerarono come la più grande donna che la storia avesse mai conosciuto, morì nel 1115 di gotta all'età di 69 anni, nella sua dimora in provincia in provincia di Reggio Emilia. Le sue spoglia sono ora custodite nella Basilica di San Pietro a Roma. Matilde di Canossa entrò nella storia e nella leggenda come nessuna donna prima di lei. I contemporanei di Dante, i sui primi commentatori e il cronista Giovanni Villani si rivolgevano alle terre dell'Italia centro settentrionale come alle terre Matildine. La tomba che è suo mausoleo, scolpita dal Bernini, è conosciuta con il nome di “onore e gloria d'Italia”.
 
ATTIVITA'
Quale ruolo ebbe Matilda di Canossa nella disputa tra Enrico IV e Gregorio VII?

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Prof.ssa Angelica Piscitello