Il termine “Crociate” deriva dalla croce, che era cucita sulle vesti dei guerrieri: essa simboleggiava l’appartenenza dei guerrieri-pellegrini alla Chiesa.
Le crociate furono
delle spedizioni militari, avvenute tra l’undicesimo e il tredicesimo secolo,
che mirarono a difendere i cristiani ed i luoghi santi in Palestina (Terra
Santa) dalla minaccia dei musulmani.
L'idea delle Crociate nasce, molto verosimilmente, a causa di gravi atti di intolleranza religiosa subita dai pellegrini cristiani in Terrasanta. Atti che, tra l'altro, seguirono un lungo periodo di relativa pacifica accettazione dei pellegrini stessi.
In effetti fino all'XI secolo, cioè fin quando Gerusalemme rimase in mano araba, non si verificarono grossi ostacoli al normale flusso di fedeli cristiani verso il Santo Sepolcro e gli altri luoghi sacri della cristianità, come la casa di Maria o quella di San Pietro.
Il passo verso la brutalità fu segnato dalla conquista delle regioni d'oltremare da parte dei Turchi Selgiucidi, un primitivo popolo di razza mongola proveniente dall'est e di recente convertitosi all'islamismo.
I Selgiucidi conquistarono Bagdad nel 1055 e, successivamente, Siria e Palestina. In seguito si ebbe la minaccia verso Bisanzio, che chiese tra l'altro aiuto ai Veneziani per ottenere interventi militari contro i Turchi.
A gravi atti sanguinari sui pellegrini, i Turchi sommarono un regime di esosi dazi che resero impossibile l'accesso ai meno facoltosi.
Un cronista racconta: «Nessun altare, nessuna suppellettile
ecclesiastica fu più sacra ai turchi; gli ecclesiastici venivano battuti e
percossi: il patriarca trascinato per terra per barba e capelli. E, più
severamente che mai, si richiese ai pellegrini, dalla borsa quasi sempre esausta
per le spese di viaggio, un pezzo d'oro in cambio del permesso di visitare
Gerusalemme...».
Uno tra i tanti atti di
scelleratezza da parte dei turchi fu quello del 1065 quando 7.000 cristiani
partiti in pellegrinaggio per la Terra Santa furono attaccati e assediati in
una rocca. L'attentato provocò 5.000 morti.
Lo storico Friedrich von Raumer
nel 1828 sostenne: «era tempo che
i cristiani d'Occidente corressero in aiuto dei loro correligionari: era senza
dubbio loro dovere, se è vero che comunque deve combattere ingiustizia e
tirannia colui a cui ne è data la forza e la capacità».L'idea che le crociate abbiano rappresentato una fonte di cospicui guadagni per chi vi partecipò è stata in parte smentita; al contrario, si trattò di operazioni molto dispendiose, sia in termini di costi diretti (sostentamento, equipaggiamento) sia per il mancato apporto produttivo a causa dell'assenza dai luoghi di vita e di lavoro di chi vi partecipò.
Eppure queste imprese tanto pericolose - le estenuanti marce, lo spettro delle malattie o della morte in battaglia - quanto costose e scarsamente remunerative ebbero un forte richiamo sulla società del tempo. Per comprendere questa apparente contraddizione, bisogna innanzitutto ricordare che, in una società di credenti qual era l'Europa medievale, la partecipazione alla guerra contro gli infedeli era vista come garanzia di salvezza individuale; si trattava inoltre di una società fortemente militarizzata e dar prova di valore in battaglia era una delle principali ambizioni per un nobile.
ATTIVITA'
Rispondi alle domande (max 5 righi per ciascuna risposta):
1) Qual è sta la "Crociata dei pezzenti"?
2) Come si concluse la Prima Crociata?
3) Perché la Terza Crociata fu detta anche la "crociata dei Re"?
1) La crociata dei pezzenti fu quella dei poveri. Questa crociata si conclude con la morte dei soldati, dato che non arrivarono a destinazione perché furono massacrati.
RispondiElimina2) La prima vera grande crociata fu quella indetta il 27 novembre 1095 dal papa Urbano II, il giorno prima della fine dei lavori del Concilio di Clermont (18-28 novembre 1095) e fu guidata da Goffredo di Buglione.
3) La terza crociata fu chiamata anche "crociata dei Re" perché parteciparono vari sovrani che volevano togliere la Terrasanta al Saldino.