Le prime testimonianze scritte in volgare italiano sono documenti di carattere non letterario, spesso legati ad un ambiente culturale più elevato rispetto al comune. Il più antico documento è l'Indovinello veronese, indovinello scritto da un chierico-copista di uno scriptorium veronese in un documento risalente all'VIII secolo. La versione oggi più accreditata è la seguente:
Secondo l'interpretazione più diffusa, l'indovinello parla di uno scrittore (scriptor), paragonando la penna a un aratro (albo versorio) che viene spinto per seminare segni neri (negro semen), cioè le lettere. Il primo vero documento ufficiale in volgare italiano è però il placito capuano, una formula di giuramento inserita in un testo notarile del 960, con cui il giudice di Capua, Arechisi, riconosce all'abbazia di Montecassino il diritto di proprietà di alcune terre: «Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parti Sancti Benedicti» («So che quelle terre, entro quei confini di cui si parla, li ha posseduti per trent'anni l'abbazia di San Benedetto»). Altre due testimonianze in lingua volgare risalgono alla fine dell'XI secolo in ambito religioso: una formula di confessione umbra rivenuta nell'abbazia di Sant'Eutizio a Norcia e un'iscrizione su un affresco nella chiesa di San Clemente a Roma, che rappresenta una scena della vita del santo.
I primi testi letterari in volgare risalgono alla fine del XII secolo e quasi tutti provengono dall'Italia centrale (Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, con esclusione della Toscana). Si tratta perlopiù di componimenti destinati alla recitazione, con fine ludico-religioso: il metodo più efficace dei chierici dell'epoca per diffondere la dottrina e la morale cristiana fra il popolo. Confermano la rilevanza letteraria dell'Italia centrale anche i due componimenti poetici, il Cantico di frate Sole di san Francesco e Quando eu stava in le tu' cathene di mano anonima.
ATTIVITA'
Che cos'è il "placito"?
Il Placito Capuano è il primo documento ufficiale italiano. È una forma di giuramento inserita in un testo notarile del 969.
RispondiEliminaIl "Placito" è un documento notarile. Nella storia della Letteratura italiana, il Placito assume molta importanza perché costituisce la testimonianza che il volgare italico si comincia a scrivere intorno all'anno Mille, in sostituzione del latino. Il primo vero documento ufficiale di volgare italiano è considerato il Placito Capuano, una formula di giuramento inserita in un testo notarile del 960, dove un testimone attestava l'appartenenza di terreni al Monastero di San Benedetto\
RispondiEliminaIl placito Capuano (o placito di Capua) è il testo scritto che dà ufficialità al latino volgare (l'italiano). Fu scritto da un notaio ed è un atto notarile, dove il notaio inserisce la testimonianza, in lingua volgare italico, appunto, di un contadino, che attestava il diritto di proprietà di alcune terre al monastero di San Benedetto.
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